Max Bellarte, tecnico dell'Acqua&Sapone (foto Facebook Acqua e Sapone Futsal)
Ogni parola di Massimiliano Bellarte ti lascia qualcosa. Profondità d’anima e di concetti, con il futsal a rivestire un ruolo chiave da quel drammatico incidente stradale del 2004 che gli cambiò la vita: “Quando mi risvegliai dal coma fu l’inizio di una nuova esistenza, nella quale perseguire la mia strada e coltivare il sogno che mi ha portato fin qui“. Già perché il tecnico dell’Acqua&Sapone ne ha fatta di strada, dalla sua Ruvo di Puglia alla conquista di titoli in Italia e in Belgio, ma senza ancora quella ciliegina chiamata Scudetto maschile e un “rivale” costante: “Devo inventarmi qualcosa per battere Fulvio Colini…Personalmente non ho nulla contro di lui, da allenatore logicamente provo a superarlo, e ci riesco male purtroppo. Abbiamo differenti visioni del gioco, lui è più pragmatico, io più romantico. Io penso che un tocco di romanticismo nella vita ci voglia sempre. Il rapporto con lui? Adesso è migliorato, negli ultimi due o tre anni non ci eravamo mai sentiti, mentre in questa quarantena ci siamo chiamati e scritti. E l’ho persino sbloccato su Facebook…”. Una visione romantica, nel senso filosofico del termine, nella quale Bellarte distoglie il futsal dai paragoni e dalla propedeuticità al calcio: “Il calcio a 5 può attingere molto più dal basket che dal calcio. Movimenti, modo di correre, di passare e di smarcarsi: i principi base sono assolutamente assimilabili, ovviamente con i dovuti adattamenti. E allo stesso modo il modo in cui un allenatore di basket interviene e corregge può essere utile per i tecnici di calcio a cinque”.
Insieme allo Scudetto femminile con la Salinis, le migliori soddisfazioni della carriera per Max Bellarte risalgono all’esperienza in Belgio, nella quale conquistò campionato e coppe con l’Halle-Gooik nel 2106/17: “Il Belgio è lontano dall’Italia in termini di organizzazione, però ci sono alcune cose interessanti che si potrebbero mutuare: per esempio prima della massima serie giocavano sempre i ragazzini, con calendari identici tra le due categorie. Al di là dei risultati, come arricchimento personale è stato un anno davvero straordinario. La Spagna? Mi piacerebbe allenare lì, certo, ma mi sembra che come categoria “allenatori” siano molto più uniti e pensino di essere i migliori. Quindi difficilmente si affidano a tecnici stranieri, una delle poche eccezioni è Giustozzi che però aveva molti legami già con il futsal spagnolo e ha dovuto vincere un Mondiale per essere accettato. In generale, però non è così, tanti allenatori italiani o di altri paesi sono alla loro altezza. Nella Liga spagnola sono sicuramente migliori dal punto di vista organizzativo e più all’avanguardia nella tutela per giocatori e tecnici”.
Anche con il mercato chiuso il Milan è pronto a mettere a segno un'altra operazione…
Uno degli obiettivi principali di Allegri sembra quello di complicare la vita alla sua ex…
Nonostante il Derby d'Italia sia alle porte, è emersa una notizia che ribalta i piani…
Due giornate sono poche per tirare le somme di una squadra in piena rifondazione. Allegri…
Jannik Sinner perde gli US Open ed il primato da numero uno al mondo. Ora…
La gara di domani tra Juventus e Inter non è solo una partita cruciale per…