Luca Bergamini (Credit: Paola Libralato)
Il presidente della Divisione Calcio a 5 Luca Bergamini ha comunicato nel Consiglio Direttivo le motivazioni della riforma del futsal: «Sin dal primo giorno della mia presidenza, l’impegno è sempre stato finalizzato ad avvicinare la base con il vertice, per rendere il più omogeneo possibile il tutto. Il corto circuito che si è generato con le società ha portato i club a non fare attività sul territorio, senza più riuscire a creare giocatori e talenti che negli anni passati avevano creato grande valore per il movimento. Per logiche di comodità e facilità, si è creata una corsia diversa, parallela, scegliendo prodotti finiti, calciatori già pronti, senza più fare formazione attraverso gli allenatori: questo ha generato un’insostenibilità per un percorso sano e virtuoso. Il campanello d’allarme è arrivato da numeri imbarazzanti sotto gli occhi di tutti: delle 19 squadre che hanno vinto lo Scudetto nella storia del futsal italiano, ne sono rimaste solo tre con la stessa struttura giuridica e/o matricola. I numeri intercettati relativi all’impiego dei calciatori sono sconcertanti, come l’80% di utilizzo in campo di giocatori non formati, oppure lo 0% di minutaggio degli Under 20.
Questi dati sono reali, non possiamo far finta di niente e ignorarli ancora. Ovviamente non c’è e non ci sarà una soluzione sola, la riforma dei limiti di partecipazione al gioco va a intercettare altri lavori che sono in piedi: il supporto allo sviluppo dell’attività giovanile, un tavolo di lavoro col settore tecnico per implementare i processi di formazione, quello legato a una maggiore strutturazione della classe dirigenziale, degli uffici stampa, della comunicazione, delle segreterie. Serve crescere sotto ogni punto di vista per rendere più solido un movimento che a oggi appare estremamente traballante e non in linea con le aspettative di una crescita importante. Ci tengo infine a sottolineare che i risultati della Nazionale e delle nostre squadre di vertice sono solo parzialmente collegati a tutto questo ragionamento. Le riforme sono un’evoluzione di un percorso di crescita necessario per il bene comune. Sogno una Nazionale multietnica e multirazziale, che sia figlia della nostra formazione».
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