Editoriale

Da CR7 al Kaos della Serie A, è un calcio a 5 senza persone credibili

Mentre la Serie A di calcio a 5 continua a perdere pezzi e credibilità, il calcio a 11 ritrova linfa ed entusiasmo con l’arrivo di Cristiano Ronaldo…

Sono giorni di festa, di gioia e di sogni che si realizzano. Ovviamente non parliamo del calcio a 5 ma di quella disciplina che, da molti, viene definita come fratello maggiore. Il calcio sta vivendo una nuova era. L’arrivo in Italia di un campione come Cristiano Ronaldo potrà far compiere veri e propri miracoli a tutto il paese. In contrapposizione, il calcio a cinque sta invece vivendo un nuovo incubo. La rinuncia del Kaos alla Serie A fa compiere un nuovo balzo indietro a un movimento che negli ultimi mesi ha già perso Pescara, Luparense e sta per perdere anche Imola Castello e (forse) Cisternino. Cinque squadre perse in meno di un anno sarebbe un record. Mi diventa difficile ipotizzare un futuro o percepire credibilità intorno a questa disciplina. Parole pesanti. Lo so. Ma sinceramente la realtà è questa. Se la Serie A è realmente la massima rappresentazione del nostro sistema, c’è veramente qualcosa che non va. Basti pensare a che cosa potrebbe succedere nel caso in cui Juventus, Napoli piuttosto che Fiorentina o Bologna rinunciassero alla categoria. Logicamente non si può paragonare una macchina da guerra e da soldi qual è il calcio a 11 al nostro depauperato futsal, ancora legato all’inutile cordone ombelicale della Lega Nazionale Dillettanti. Ma oggettivamente la luce in fondo al tunnel è sempre più un miraggio. Ben vengano discorsi e iniziative in termini di visibilità e riconoscimento del brand del Presidente della Divisione Montemurro, ma sono argomenti non primari rispetto alla crisi che il futsal italiano sta attraversando. Per rendere questa disciplina più credibile, ci vogliono innanzitutto delle persone credibili e non basterà ripescare in Serie A piazze pur prestigiose come Prato o Petrarca Padova. Vero che il calcio a 5 non è certamente l’unico sport italiano in crisi, ma l’ambizione deve essere necessariamente quella di migliorare le condizioni e non crogiolarsi nelle comuni difficoltà di pallacanestro, pallavolo e via discorrendo.

Walter Citro

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