Roberto Rivelino con la fascia di capitano della Selecao (foto veja.abril.com.br)
Gli appassionati più “maturi” avranno certamente un sussulto di memoria nel ricordare Roberto Rivelino, figlio di italiani emigrati dal paese molisano di Macchiagodena. Campione del mondo in quella fantascientifica espressione di calcio che fu il Brasile del 1970, il mancino nato a San Paolo è unanimemente considerato tra i migliori calciatori nella storia verdeoro: tecnica sopraffina, dribbling fulminante e un sinistro violento e preciso come pochi, con quel particolare modo di calciare il pallone che successivamente rese famosi Branco e Roberto Carlos. Senza dimenticare quella spettacolare skill che tutti ora conosciamo come “elastico” e che fu proprio lui di fatto a inventare. Qualità tecniche fuori dal comune che Rivelino ebbe la possibilità di affinare nei suoi anni giovanili dedicati al futsal con il piccolo team paulista del Clube Indiano. Insomma, i Falcao e i Neymar di oggi hanno radici ben ancorate al passato e alla storia del calcio (e del futsal) brasiliano, di cui Rivelino è stato attore protagonista mai dimenticato.
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