Ha appena festeggiato il suo compleanno, lavorando con i suoi ragazzi nella seduta di allenamento che porterà l’Avis Isola ad affrontare il Fucsia Nizza nel derby di sabato pomeriggio. Quando parli di Sergio Tabbia ti vengono in mente successi di un’epoca, quando il futsal era ancora una piccola creatura che ora lotta invece per diventare una disciplina consolidata nel panorama sportivo. Adesso è al timone di una società in cui è abile ad orchestrare un gruppo di ragazzi che si sta ritagliando soddisfazioni sempre più importanti in questi anni: «E’ il nostro primo campionato di serie C1 e non mi posso di certo lamentare della nostra stagione. E’ un campionato sceso un po’ di tono sotto l’aspetto della qualità. Non ci sono molti giovani in circolazione e, fatta eccezione per qualche società, non vedo un gran ricambio generazionale. Questa categoria dovrebbe essere una vetrina per loro, ma spesso si cerca di raggiungere subito il risultato sportivo senza pensare alla crescita del settore giovanile. In questo momento ci sono poche società che curano questi dettagli: su tutte, mi vengono in mente L84 e Orange Futsal Asti».
Secondo posto, a due punti di distanza dalla Futsal Savigliano, con reali potenzialità di promozione diretta: «Obiettivamente il Savigliano merita di vincere questo campionato. Noi di certo non ci tiriamo indietro, ma i ragazzi di Gotta sono i favoriti numero uno. Se passeranno indenni contro il Top Five, direi che sarà fatta per loro». La promozione diretta è ancora reale a livello aritmetico, ma la rincorsa alla serie B non starebbe di certo per terminare: «Stiamo per raggiungere il nostro obiettivo stagionale, ovvero quello dei playoff. Stiamo pagando a caro prezzo il pareggio contro il Real Canavese ed è qui la differenza di punti con il Savigliano». Ha un curriculum di svariate pagine Sergio Tabbia, ma nonostante tutto non riesce a stare lontano da questa disciplina: «Io senza calcio a cinque non so stare. Tra cinque anni mi vedo sempre qui ad Isola, ma magari anche sotto un altro nome. Questo amore che ho per il calcio a cinque lo devo principalmente a tre persone: Marco Ceresa, Claudio Giovannone e Fulvio Paracchino». Paracchino è l’ultimo volto a cui Tabbia si è legato: «Con Fulvio c’è un rapporto straordinario. In questa stagione siamo partiti a fari spenti, ma strada facendo li abbiamo accesi. Abbiamo raggiunto una semifinale di Coppa e perso contro la squadra più forte, ovvero l’Orange Futsal. Ed è un merito per cui ringrazio di cuore i miei giocatori che mi sopportano, mi ascoltano e, senza alcun riconoscimento economico, danno sempre il massimo».
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