Seconda parte della nostra lunga intervista a Lino Gomes: dalla crescita complessiva del Kuwait ai difetti del movimento italiano
Il futsal italiano sfonda i confini nazionali. Il Kuwait sta muovendo i primi passi in questa disciplina e guarda con interesse al nostro movimento. Lino Gomes, allenatore del Kazma Sport Club, tra una lezione di inglese al mattino e una seduta di allenamento nel pomeriggio, non rinnega il suo passato, anzi il suo interesse per il calcio a cinque nostrano è rimasto immutato. «Cerco di rimanere sempre in contatto con la realtà dei vari campionati – afferma l’ex allenatore del Carmagnola – e cerco di esportare la mia esperienza maturata in Italia in questa nuova realtà». Il Kuwait fino adesso si è contraddistinto più per la sua economia in forte espansione che per la diffusione del futsal: «Siamo ancora all’inizio ma c’è tanta volontà di crescere. Non a caso sono arrivati campioni del calibro di Vampeta oppure Rafihna. Ci sono le buone intenzioni e soprattutto si sta cercando di coinvolgere la popolazione locale, non a caso c’è la possibilità di tesserare massimo un giocatore extracomunitario. Questo significa insegnare la disciplina e far crescere anche una nazionale in grado di ben figurare: recentemente l’Italia ha faticato, e non poco, contro il Kuwait».
Un piccolo messaggio indiretto al nostro paese: «L’Italia sta facendo tanta strada, forse qualche comitato regionale dovrebbe cercare di impegnarsi a formare più campionati di Federazione per le categorie giovanili, dagli allievi ai primi calci». Nel frattempo, tra grattacieli e una temperatura media che si attesta sui venticinque gradi, Lino Gomes scalda i motori in vista della super sfida di Supercoppa contro il Kuwait Sporting Club: «Siamo stati a Barcellona per due settimane, in cui abbiamo avuto l’opportunità di fare anche diverse amichevoli. Abbiamo sicuramente fatto un’ottima preparazione estiva». Adesso la parola passa al parquet, per cercare di alzare al cielo l’ennesimo trofeo personale.