Il pivot italo-brasiliano dell'Italservice Marcelinho (foto Facebook Italservice Pesaro Calcio a 5)
Un piede sinistro tra i migliori del campionato italiano: tecnica, potenza e fiuto del gol fanno di Marcelinho uno dei pivot più forti degli ultimi tempi, colonna dell’Italservice Pesaro e della Nazionale italiana. Come il buon vino, Marcelinho è migliorato con l’età, raggiungendo i massimi livelli alla soglia dei 30 anni: “Sono arrivato in Italia nel 2009, avevo 19 anni: studiavo economia e giocavo in Brasile nella Under 21 del Carlos Barbosa, quando un giorno arrivò Alemao Glaeser insieme a un procuratore e mi propose di venire a giocare nel Miracolo Piceno in Serie B. Allenarsi sempre al massimo è il segreto, l’ho imparato con il tempo e la maturità, curando anche l’alimentazione nei dettagli”.
Tra i ricordi di Marcelinho, la doppietta con la Bosnia in maglia Azzurra è senza dubbio tra i più vividi: “Nell’estate 2017 avevo ricevuto offerte dalla Spagna e poteva essere l’occasione giusta per coronare la carriera, ma il mio principale obiettivo era la Nazionale e avevo paura che andando a giocare nella Liga in una squadra di media classifica non avrei potuto raggiungerla. Così ho accettato la richiesta dell’Italservice Pesaro, in cui mi trovo benissimo, e ho conquistato la maglia Azzurra”.
E non può mancare un pensiero su presente e futuro del movimento italiano: “L’ingresso della Juventus nel futsal sarebbe bellissimo, così come di qualsiasi altro grande club di calcio. Io sono assolutamente convinto che fino a 15 anni i ragazzi dovrebbero praticare e imparare sia calcio che calcio a cinque, ed è secondo me quello che più manca all’Italia rispetto ad altri paesi”.
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