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Mussino lascia la panchina: “Prendo un anno sabbatico”

Non ci sarà Fabio Mussino sulla panchina del Pasta nella prossima stagione: il tecnico lascia per dedicarsi alla sua nuova attività lavorativa

Un addio a malincuore al Pasta, un arrivederci alla panchina: la scelta “forzata” di Fabio Mussino non ha spiazzato la società gialloblù perché ragionata e condivisa da tempo, ma al contempo lascia un pizzico di amarezza in tutti gli appassionati. Una decisione che spetta proprio allo stesso ex tecnico di Spring Team e I Bassotti spiegare: “Aprirò una nuova attività a Rivoli insieme a mia moglie, sarà un negozio dedicato alla prima infanzia. Avremmo dovuto inaugurarlo a settembre, adesso andremo magari verso ottobre dopo il caos che ci ha investito. Inevitabilmente, mi prendo un anno sabbatico dal calcio a cinque perché dovrò capire come riprogrammare la mia vita, avendo anche una bimba piccola”. Nelle parole di Fabio Mussino c’è consapevolezza di doversi concentrare su aspetti più prioritari, ma non può mancare un pizzico di logico dispiacere per aver interrotto così il suo percorso di allenatore in rampa di lancio: “Vero, ma mi allontano dal futsal con l’orgoglio di aver costruito un ciclo con questo gruppo di ragazzi. Siamo andati a testa alta su tutti i campi ed eravamo una “rogna” per chiunque. I miei ragazzi hanno dato tutto e spero rimangano ancora insieme nel futuro. In questa terza stagione di Serie C1 al Pasta eravamo più completi, con un Di Ciommo maturato, con la classe di Di Muro e Cucinotta: sentivo che nei playoff avremmo potuto divertirci perché eravamo nettamente in crescita. Peccato, dispiace non aver vinto nulla: qualche rimpianto mi resta, su tutti la Final Four Coppa Italia di dicembre, con quella semifinale giocata stupendamente, ma senza concretizzare la superiorità. Già, ci è sempre mancanza un po’ di freddezza sotto porta, così come un po’ di maturità ed esperienza nei ragazzi. Penso però che negli ultimi quattro anni i risultati siano sempre stati molto buoni e sotto gli occhi di tutti. Ogni stagione l’ho affrontata come motivo di crescita personale da allenatore: sono appassionato e provo sempre a migliorare me stesso. Non sono un ruffiano, preferisco fare il mio, con umiltà e dedizione”. 

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