Alessio Musti (Foto: www.juventus.com)
Alessio Musti e la Juventus, ovvero il progetto futsal. L’ex allenatore della Nazionale si è raccontato in una lunga intervista a Juventus TV: «Sono stato uno dei primi ad iniziare con il calcio a 5 all’età di 13-14 anni, all’epoca non era così praticato. Io ho iniziato in quella che poi sarebbe stata la Lazio Calcio a 5, ho fatto la trafila giocando anche in Nazionale. Poi sono stato allenatore della Nazionale ed è arrivata la chiamata della Juventus. Questa è stata un po’ la mia storia in breve».
Quest’estate la firma con la Juventus: «Nato per interesse della Juve che probabilmente ha visto come in alcune nazioni si utilizzasse la doppia attività. Poi è nata anche come incontro casuale avuto in Juventus grazie ad Alberto Lampo che in precedenza aveva lavorato con me. L’ottima proposta da parte della Juve mi ha stimolato sia per fare da apripista di questa metodologia integrata sia perché se ti chiama la Juve sei comunque stimolato».
I dettagli del progetto futsal: «L’attività è strutturata per il miglioramento tecnico tattico-individuale del giovane atleta ma coinvolgiamo tutte le categorie dall’Under 8 all’Under 19, cercando di calibrare gli allenamenti. Sui più piccoli lavoriamo sulla gestualità di base, sull’utilizzo della pianta del piede ad esempio. Man mano che si sale di categoria lavoriamo anche su aspetti tattici con numeri sempre ridotti, al massimo due-tre giocatori».
Le differenze con il calcio: «Adesso si sta riempiendo di luoghi comuni questo aspetto perché è sempre più frequente la provenienza di calciatori dal calcio a 5. Le caratteristiche sono di un’agilità maggiore (se pensiamo al Sudamerica e al Brasile) e di velocità di pensiero (se prendiamo ad esempio la Spagna), se pensiamo anche al Barcellona che ha una struttura simile a quella della Juventus in questi ultimi anni».
Gli obiettivi del progetto futsal: «Un miglioramento tecnico specifico soprattutto nella gestualità specifica del calcio a 5, questo sarebbe già una bella vittoria. Rivedere nei dialoghi che ho con i vari staff dei punti di contatto nel gioco a 11 dei ragazzi che vengono ad allenarsi è già un inizio del percorso che stiamo facendo. La Juve in Italia ha fatto da apripista ma in Europa si fa da diversi anni e se andiamo a scavare vediamo che ci sono dei vantaggi nell’integrazione delle due discipline».
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