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Coach Nino Rinaldi tra trionfi passati e progetti futuri

Dichiarazioni esclusive del tecnico che ricorda la “mission impossible” compiuta con il Polistena e che ora pensa a nuovi progetti

Parole forti e sentite quelle pronunciate da Nino Rinaldi. In un intervista esclusiva, lo storico coach artefice della promozione in Serie A del Cormar Polistena, club nel quale ha allenato fino a dicembre, rivela i retroscena dietro al suo abbandono e si lascia scappare qualche rumor circa il suo futuro. Protagonista in ogni categoria, celebre per aver sempre primeggiato contro formazioni costruite anche meglio, Rinaldi è diventato negli anni uno dei coach più apprezzati d’Italia. I risultati, d’altronde, sono sotto gli occhi di tutti.

“A Polistena ho vissuto un avventura meravigliosa – spiega – arrivare in A con quella cavalcata è stato qualcosa di incredibile così come lo sono stati i mesi successivi nella massima serie nel corso della quale abbiamo ottenuto dei bei risultati malgrado le ovvie difficoltà che si possono riscontrare quando fai un salto così importante di categoria. La decisione di andarmene è stata presa di comune accordo con la società, non c’erano più i presupposti per continuare nonostante, ci tengo a sottolinearlo, la dirigenza si sia comportata benissimo con me, tuttavia sono decisioni che fanno parte del nostro mondo e va bene così, è giusto ricordare la promozione storica e conservare il bel ricordo dei mesi passati in Serie A”.

Prosegue: “Ci sono state società che mi hanno contattato dimostrandosi interessate al mio lavoro e a volermi ingaggiare come tecnico, per ora non posso fare nomi, le trattative sono ancora agli inizi e, per correttezza non voglio fare nomi prima che si arrivi all’ufficialità, ma le proposte sono arrivate sia dalla serie B che dalla Serie A2, sono stato contattato anche da un club di Serie A ma, come ho già anticipato, è ancora troppo presto per fare nomi”.

“Con piccole squadre ho ottenuto grandi risultati – conclude – oltre al Polistena che comunque è una squadra già più organizzata, mi vengono in mente anche squadre come Augusta e Cefalù. Mi prendo un pizzico di merito per i traguardi raggiunti anche se credo sia giusto attribuire i meriti anche alle società e in particolar modo ai giocatori che secondo me sono i veri protagonisti dei traguardi che vengono raggiunti. Non penso che le belle vittorie ottenute dalle squadre che ho precedentemente citato siano arrivate a causa di una scarsa competitività all’interno dell’ambiente futsal, in quel periodo il livello a mio parere era alto e vi erano squadre forti e ben organizzate. Devo però riconoscere che negli ultimi anni la situazione sia un po’ cambiata e che il livello medio si stia abbassando con squadre che via via risultano essere sempre meno competitive”.

Simone Pegoraro

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