Nazionale Femminile

Non solo Pomposelli: da Giuliano a Belli, è la Nazionale Femminile dei sorrisi

La più che positiva doppia amichevole in Ucraina ha lasciato una notevole dose di entusiasmo nella Nazionale Femminile guidata da Francesca Salvatore

Un bel sorriso di ritorno da una lunga trasferta: la Nazionale Femminile irradia un’energia nuova. Una ventata d’aria fresca. Pura. Perché la vittoria e il pareggio contro l’Ucraina, squadra che parteciperà alle Final Four del Women’s Futsal Euro, sono un risultato di assoluto prestigio. Con in dote quattro firme diverse, impresse indelebilmente. Firme diverse per storie che hanno poco in comune ma messe insieme da un filo azzurro che ora riunisce e convince. La protagonista numero uno è sempre lei: Arianna Pomposelli. Un gol nella vittoria 4-1, l’azione che scaturisce l’autogol del pareggio ventiquattro ore più tardi. Lei, che sulle spalle ha anche il peso di tutta l’Olimpus Roma, squadra di cui è la stella polare indiscussa. Una delle dieci giocatrici più forti al mondo secondo la lista del Futsal Planet Awards nel 2017. Una che la Nazionale l’ha vissuta dal giorno della sua nascita. Ma questa squadra è trascinata anche da una sfida al vertice di assoluto livello. Roberta Giuliano e Federica Belli rappresentano rispettivamente Statte e Kick Off, le prime due della classe. Il numero 8 dell’Italcave è nettamente la miglior marcatrice italiana in campionato, con 17 reti. Dalle sue magie (e dai colpi di Belam) passano le speranze di rimanere aggrappato alla vetta dello Statte, squadra che di settimana in settimana continua a stupire, sognare, crescere. Contro di lei, c’è chi ancora spera di poter ritagliarsi maggior spazio: Federica Belli, siciliana doc, dotata di una conclusione mortifera e potente. Il laterale offensivo della Kick Off è una pedina fondamentale nello scacchiere di Riccardo Russo, che la utilizza come primo ricambio alle titolarissime Vanin, Vieira e Nona. Belli ha un talento particolare: quello di entrare per spaccare le partite. Con vivacità, rabbia e, appunto, col suo piatto forte: il tiro da lontano. Ultima menzione per Aida Xhaxho, corteggiata a lungo e poi conquistata dalla Lazio nell’estate 2017. Uno dei simboli di questo movimento che spera di proseguire nel suo percorso di crescita. Da loro (e non solo, perché sarebbe ingeneroso nonché una grossa lacuna non parlare delle varie Mascia, Borges, D’Incecco e via dicendo) i messaggi sono più che positivi. Sognare si può. Ora serve correre, correre, correre. Su un parquet che è sempre meno tabù.

Carlo Morizio

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