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Oanea cuore di capitano: «Carmagnola è la mia seconda famiglia»

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Il primario obiettivo di Adrian Oanea è quello di riportare in Serie A2 la Elledì Carmagnola che ormai ha completamente rapito il suo cuore

Ci sono capitani e capitani: vedi Adrian Oanea e vedi Carmagnola. Sette anni con la medesima maglia non è così comune, soprattutto in un mondo in cui il cuore e i sentimenti vengono messi spesso in secondo piano. Il capitano giallonero è la classica eccezione che conferma la regola: «Carmagnola non è solo la mia città in cui vivo, ma è soprattutto una famiglia». Arrivato dalla cittadina rumena di Bacau, nel 2002 sembrava aver la strada spianata nel mondo del calcio che conta. Prima il Torino, poi l’Alessandria in serie C, un procuratore al suo fianco ma la frattura all’omero gli ha un po’ spezzato il sogno. Da quell’infortunio, quel mondo non gli apparteneva più come prima. La vita da atleta viene messa in secondo piano, così l’incontro con Alberto Castiglione (ex pivot del Carmagnola) fu lungimirante: «Ricordo che mi chiese di andare a provare nel calcio a cinque». E da quel giorno Oanea inizia a percorrere la strada che lo porterà ad indossare la fascia di capitano. Chi lo avrebbe mai detto. Soprattutto perché l’istinto lo portava a seguire uno stile di vita adatto ad un ragazzo della sua età non ad un atleta: «Se sono ancora qui devo ringraziare in primis Dario Lamberti e Lino Gomes». Come non dargli torto: il primo lo ha trattato come se fosse un figlio, urlandogli dietro ma anche accarezzandolo, mentre l’allenatore brasiliano non è stato da meno con insegnamenti basilari nel futsal ma anche nella vita di tutti i giorni. Adesso è uno dei senatori, nonostante una carta d’identità non così severa (1991) e dopo esser stato protagonista in serie A2, vuole ritornarci già dalla prossima stagione conquistando il posto più in alto nel Girone A di Serie B: «Speriamo che il Pagnano arrivi a Caramagna un po’ appagato. Noi difficilmente sbagliamo le partite importanti, per tale motivo credo molto in questo gruppo. Forse abbiamo il difetto ad adattarci alle squadre meno quotate sulla carta, ma tutto questo ci deve servire come insegnamento». Anche perché secondo Oanea nulla capita per caso. Infatti, guardandosi alle spalle questa metamorfosi non sarebbe mai arrivata. Adesso è più responsabile e riflessivo, con al fianco una donna che lo ha sempre sostenuto anche nei momenti di difficoltà e che gli ha regalato un figlio. Raluca e Santiago sono i suoi angeli custodi, capaci di fargli vedere il futuro sotto un altro punto di vista: «Ho appena comprato casa e sono davvero felice». Basta però che non gli togliate il numero dieci dietro la schiena…

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