«Nonostante la sconfitta, sono felice e orgoglioso dei miei ragazzi». Hernan Patanè vede il bicchiere mezzo pieno soprattutto perché «quest’estate siamo stati costretti a ripartire da zero in tutte le categorie, compresa l’under». Dopo la decisione del patron Giovannone di ripartire dalla serie D, si è verificata una diaspora dei tesserati. «E’ stato fatto un lavoro straordinario – prosegue l’allenatore dell’under 21 – con Caccialupi e Milosevic abili a ricostruire quasi tutto». Così all’ex nazionale albiceleste, la società orange ha erogato una serie di giovani speranze con cui sono stati tagliati traguardi quasi impensabili. «Una finale di Coppa Italia e una semifinale scudetto raggiunta, non si disputano per caso, con in rosa anche dieci juniores. Sono contento perché i miei ragazzi stanno assimilando la mentalità corretta per chi vuole praticare questa disciplina. Contro il Kaos e nella kermesse di Pescara abbiamo messo in mostra l’atteggiamento giusto senza pensare al risultato finale, perché è proprio in queste partite che si cresce sotto l’aspetto della personalità». Tutti giocatori astigiani a cospetto degli oriundi delle compagini più blasonate. «Se il regolamento lo permette è giusto che lo facciano, ma noi siamo coerenti con la nostra politica e con gli altri allenatori delle varie categorie giovanili come Davi Alves, Penna, Edu Dias c’è una continua sinergia che ci permette di lavorare quotidianamente in maniera proficua». Asti resta dunque un esempio da seguire in merito anche alla gestione dell’intero settore giovanile: «Sì, ma mi fa piacere che stiano emergendo altre realtà importanti nella nostra regione, come per esempio la L84. La speranza è che questo sia soltanto l’inizio per tutto il movimento».
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