Arianna Pomposelli in maglia Kick Off (foto Alida Lazzaro - AM FM Sports Events e Media)
Il calcio a cinque per Arianna Pomposelli è questione di famiglia. Dal papà Alessandro, 16 presenze in maglia azzurra, ha ereditato passione e talento che l’hanno condotta a essere elemento cardine della Nazionale in rosa e da quest’anno, punto di riferimento del Kick Off, con cui ha vinto da protagonista la Supercoppa a inizio stagione: “Il futsal mi manca tantissimo: da 1 a 10? Direi 11…Allenarsi in casa non può bastare, il massimo del divertimento è corricchiare intorno al mio isolato dribblando i tombini. Io non dispero che si possa tornare a giocare, magari assegnando lo Scudetto in una specie di Final Eight. Sarebbe un peccato concludere così, anche perché in questa stagione stavamo andando alla grande: lavorare con Russo è straordinario, gli allenamenti sono di livello altissimo, molto sorprendente è stata per me la maniacale cura dei dettagli tattici. E poi c’è Debora Vanin, giocatrice pazzesca, è fortissima e completa in tutto. In lei è speciale l’umiltà, per me è la numero uno al mondo, l’ottavo posto nel Best Female Player non è veritiero. Al suo livello metto solamente Taty e Anita Lujan, il capitano della Spagna”.
Una passione del presente e del futuro è per Arianna Pomposelli anche il mestiere di allenatore: “Un giorno penso che mi piacerebbe. Ho già fatto il corso e il mio sogno nel cassetto sarebbe diventare tecnico della Nazionale. Comunque è una passione che porto avanti già da tempo con il progetto BeBrave: un’idea che nasce dall’esigenza di creare un settore giovanile per bambine e ragazze esclusivamente di futsal. Per avvicinare il mondo femminile alla disciplina, facendo capire che il calcio a cinque può e deve essere praticato da tutti, senza distinzioni di genere”.
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