Honorio alza al cielo il trofeo davanti al pubblico padovano (foto divisionecalcioa5.it)
Una Supercoppa speciale, che valeva tanto: la quarta finale tra Luparense e Pescara (dopo quella di Winter Cup, di Coppa Italia e di Final Eight scudetto), una sfida eterna. A sollevare la coppa al cielo sono Honorio e compagni, dopo una gara assolutamente vietata ai deboli di cuore. Continua, quindi, la stagione positiva dei padovani, malgrado la dolorosa eliminazione in UEFA Futsal Cup, mentre la cura Patriarca per il Pescara risulta ancora una volta inefficace. L’addio di Fulvio Colini non ha portato ai delfini la serenità e la scioltezza sperata, vanificando quanto di buono costruito dal mercato estivo. Eppure, la compagine abruzzese non è in ginocchio, è viva, e lo dimostra nella ripresa, rimontando dal 4-0 al 4-4 una gara che sembrava già scritta. Tuttavia, la Luparense ha fatto valere il suo migliore stato di forma psicofisica, affondando il colpo e gettando nello sconforto ancora una volta i biancazzurri, adesso costretti ad un pesante esame di coscienza e ad una grande reazione in vista del 2018.
Come si era già intuito, la prima frazione è un totale monologo della formazione di mister David Marìn: Honorio, Tello, Jesulito e Taborda firmano quattro reti di pregevole fattura, bissando una supremazia territoriale assolutamente indiscussa per tutta la prima frazione di gara. Il Pescara, prima del riposo, riesce solamente ad accorciare le distanze con il suo uomo del momento, Cuzzolino, a due secondi dal suono della sirena. La ripresa è un totale capovolgimento: la Luparense, forse forte del vantaggio e del suo dominio territoriale del primo tempo, abbassa la guardia e concede al Pescara una rimonta incredibile, grazie alle reti di Rosa, ancora Cuzzolino e Borruto. Al minuto 13’26” è 4-4 e la gara è riaperta più che mai. Il Pescara, tuttavia, non dà la sterzata vincente e lascia campo ai padovani, che ancora con Honorio, Mello e Tobe, ipotecano il successo portando il punteggio sul 7-4. La rete della doppietta di Rosa serve solo a rendere meno amaro il passivo, perché il Pescara deve ancora una volta fare i conti con se stesso. La grandissima reazione della ripresa non può cancellare una brutta prima frazione e un finale di gara con bassa concentrazione. Merito, comunque, di una Luparense cinica, anche se non ancora perfetta.
Alessio Patti
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