La grinta negli occhi di Sergio Tabbia
Ha alzato bandiera bianca solo all’ultima giornata, ma in fondo il suo campionato l’Avis Isola lo ha comunque vinto: «Onore e merito al Savigliano, ma noi ci siamo tolti parecchie soddisfazioni». Sergio Tabbia gonfia il petto davanti alla stagione dei suoi ragazzi: «Che dire. Semplicemente grazie perché ho avuto un gruppo straordinario». Fatta eccezione per Cannella, Modica, Rasero e Cobuccio, tutti gli altri completamente neofiti della categoria: «Non posso dire nulla, mi hanno davvero sorpreso». Nessun rimpianto in questa stagione anche se: «Dispiace aver incontrato il Savigliano alla prima giornata – prosegue Tabbia – ma comunque sarebbe stata dura a prescindere, visto che appena partiti hanno inanellato undici vittorie consecutive». Adesso però viene il bello. Il primo turno dei playoff nazionali sono realtà, in un triangolare che inizierà a metà maggio con le rappresentanti di Veneto e Toscana: «Ci eravamo prefissati di entrare nei primi cinque posti, ma siamo andati oltre». La serie B non è più un sogno: «Senza dubbio – afferma Tabbia – è una categoria a cui teniamo tutti. Sarebbe un regalo per i miei ragazzi». Con Fulvio Paracchino, l’altro cuore pulsante della società, sono partite le grandi manovre: «Ci stiamo impegnando affinché tutto possa diventare realtà, ma prima dobbiamo concentrarci per questi playoff». Sembra una favola quella dell’Avis Isola, nel cui vocabolario non esiste il concetto di riconoscimento economico, sostituito abilmente da passione e sacrificio. Due piccoli ingredienti per raggiungere traguardi quasi impensabili.
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