
Fallimento Juve, lo zampino di Motta inguaia Tudor (Foto Instagram) - Futsalnews24.com
L’ex allenatore Thiago Motta mette nei guai la Juventus: grave scotto da pagare al nuovo tecnico bianconero Igor Tudor
Questa sera, all’Allianz Stadium, la Juventus ospiterà il Parma per dare ufficialmente il via alla nuova stagione. Una stagione che non ammette errori: dopo aver conquistato la qualificazione alla prossima Champions League solo all’ultima giornata, i bianconeri sono chiamati ad alzare l’asticella, sia in termini di prestazioni che di risultati.
Nonostante il campionato sia alle porte e la Juventus possa finalmente voltare pagina, il recente passato continua a bussare alla porta dei bianconeri. Una decisione dell’ex allenatore della Signora, Thiago Motta potrebbe infatti pesare gravemente sul futuro del club – e, di riflesso, anche su quello del nuovo tecnico, Igor Tudor.
Guaio per la Juve, Tudor costretto a pagare una scelta di Motta
A poco più di un anno dal suo sbarco a Torino, l’avventura di Douglas Luiz alla Juventus si è chiusa con un mesto addio: destinazione Nottingham Forest, circa 30 milioni incassati e tanti interrogativi lasciati in sospeso. Era l’acquisto copertina dell’estate 2024 – 50 milioni – ora è il simbolo di un’operazione che ha generato più rimpianti che risultati. Ma stavolta il dito non è puntato solo sul brasiliano: c’è lo zampino di Thiago Motta in quello che, oggi, si può definire un fallimento a tutto tondo.

Arrivato dalla Premier League dopo stagioni da protagonista all’Aston Villa, Douglas Luiz sembrava l’uomo giusto al posto giusto. Tecnico, dinamico, abituato a reggere la pressione del grande calcio inglese. Invece, si è rivelato il tassello sbagliato in un puzzle che la Juventus non è mai riuscita a completare.
Ma cosa è andato storto? Per molti, la risposta è nel binomio mai sbocciato con Thiago Motta. L’allenatore italo-brasiliano, arrivato con l’aura del rivoluzionario dal Bologna, ha sin da subito fatto scelte nette, escludendo Luiz dalle rotazioni principali e affidandosi alla coppia Locatelli–Thuram. E a prescindere dal valore del duo, il brasiliano è rimasto un corpo estraneo, con pochissimo a spazio a disposizione nel progetto di Motta.
A conti fatti, Douglas Luiz non ha mai avuto una vera chance. Una prestazione promettente in amichevole contro il Brest, poi il vuoto. In campionato, solo due apparizioni da titolare – Empoli e Lazio – , entrambe negative. Mai convincente, mai continuo, mai realmente coinvolto nel progetto.
E se è vero che l’allenatore ha carta bianca sul campo, lo è anche che il club ha il dovere di valorizzare gli investimenti. In questo caso, la rottura tra le due visioni ha prodotto un doppio danno: economico e tecnico.
La cessione al Nottingham Forest – con la formula del prestito con obbligo di riscatto – chiude il cerchio con un saldo in rosso. Quasi 20 milioni “bruciati” in un anno, senza contare l’ingaggio e il tempo perso. Un lusso che la Juventus, in questa fase storica, non poteva permettersi.
Il fallimento di Douglas Luiz non è solo il fallimento di un giocatore. È il fallimento collettivo di una linea tecnica, di un coordinamento tra dirigenti e staff che avrebbe dovuto essere più solido, più coerente.
A Nottingham Luiz proverà a rimettersi in carreggiata, magari tornando quel centrocampista totale che aveva incantato l’Inghilterra. Ma le scorie di Torino peseranno, come anche alla Juventus stessa.