Dal Mondo

Fifò, la stellina del futsal che fa impallidire CR7 e Ricardinho

Meglio di Cristiano Ronaldo e Ricardinho: basterebbe solo questo ad accendere i riflettori su Fifò, la nuova stellina del futsal mondiale e colei che ha battuto ogni record di precocità con la maglia della nazionale portoghese

Prendete carta e penna. O magari un pennarello, possibilmente indelebile. Scrivete a caratteri cubitali: Fifò. Probabilmente vi siete appena appuntati il nome di una protagonista indiscussa dei prossimi quindici anni sui parquet di tutto il mondo. Ana Sofia Simoes Goncalves, per tutti Fifò, è il volto nuovo – ma già conosciuto – disegnato a mo’ di gigantografia su tutte le copertine dei Giochi olimpici giovanili estivi in via di conclusione a Buenos Aires. Un talento che il mondo del futsal lo ha studiato e spiato: “Mio papà e mio fratello giocavano a calcio. Ma io ho sempre preferito l’intensità del calcio a 5”. Poi preso e conquistato tra le sue mani (o meglio, piedi) in un battito di ciglia. Ventuno le reti con cui la giovanissima universale ha trascinato il suo Portogallo alla medaglia d’oro, conquistata nella finale contro il Giappone (clicca qui per gli highlights video). Tutte e quattro le reti della finale e ben sei realizzate nella semifinale, nella quale ha dilaniato la difesa della Bolivia. Tramortita dalle sue giocate, impotente di fronte all’ultima pennellata. Di tacco. Al volo.

Avente presente il gelo dello Stadium di fronte alla rovesciata di Ronaldo lo scorso 3 aprile, nella sfida di Champions tra Juve e Real Madrid? Paragone irriverente, vero, ma azzeccato. Perché con la sua nazionale Fifò ha addirittura fatto meglio dello stesso CR7. Debutto il 30 giugno 2016, per lei che è nata già nel nuovo millennio: il 9 agosto del 2000. Fate i conti, ci si ferma a 15 anni, 10 mesi e 21 giorni. La più giovane debuttante nella storia del futsal (e anche calcio) portoghese. Cristiano, per esempio, ci ha messo due anni in più a convincere Scolari. E anche Ricardinho impallidisce al confronto. Segni del destino, per una ragazzina che in fondo ha compiuto la maggior età da un paio di mesi. Leggendo il curriculum e i sette trofei vinti col Benfica (dove ha debuttato tra le grandi a 14 anni), tra cui due campionati nazionali, qualcuno, senza conoscerne la carta di identità, potrebbe pensare addirittura che sia vicino al ritiro. E invece lei sogna e ringrazia: “Vestire questa maglia è un onore. Una fortuna che sento ogni partita”. Ah, un’annotazione finale. Fare gol? No, per gli addetti ai lavori quello che le viene davvero bene è “prendere la decisione giusta in un lasso di tempo brevissimo”. Come a dire: segna tanto, ma non avete ancora visto niente.

Carlo Morizio

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