Il calcio europeo moderno sta diventando una corsa senza fiato, soprattutto per le squadre impegnate nelle coppe continentali.
Champions League, Europa League e Conference impongono ritmi serratissimi, con partite decisive ogni tre giorni e margini di recupero sempre più ridotti. Allenatori e preparatori atletici si trovano costretti a gestire rotazioni continue, spesso sacrificando la qualità del gioco pur di arrivare in fondo a tutte le competizioni. Rispetto a 10 o 20 anni fa, la differenza è lampante. Anche allora si giocava tanto, ma il calendario era meno compresso e le pause internazionali più distanziate. C’erano sì i grandi classici europei del mercoledì sera, ma le squadre avevano il tempo di respirare, di preparare le sfide con attenzione e – soprattutto – di recuperare energie.Oggi si parla di “gestione delle energie”, un’espressione che racchiude il concetto di sopravvivenza agonistica. Gli infortuni muscolari sono in aumento, le polemiche anche e i club più blasonati iniziano a far sentire la loro voce. Non si tratta più solo di tutelare i calciatori, ma anche di proteggere investimenti milionari che rischiano di andare in fumo per un affaticamento non gestito, o per partite giocate a orari improponibili. La tensione tra società e federazioni è in crescita, e in Spagna la situazione è esplosiva: una big storica è pronta a sfidare apertamente la federazione, stanca di vedere i propri impegni snobbati da chi gestisce il calendario. Il calcio corre, ma qualcuno evidentemente sta iniziando a chiedersi: a che prezzo?
Ancelotti sul piede di guerra: “Non ci presenteremo in campo”
In Spagna è scoppiata una vera bufera dopo che il Real Madrid si è visto costretto a scendere in campo contro il Villarreal appena 66 ore dopo il derby di Champions League, vinto dalla squadra di Carlo Ancelotti. La sfida con il Sottomarino Giallo si è giocata il 15 marzo, e per i blancos è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il regolamento FIFA parla chiaro: ai calciatori spettano 72 ore di riposo tra una partita e l’altra. Invece, complice una gestione discutibile da parte della Federazione e del presidente della Liga Javier Tebas, i madrileni hanno avuto appena due giorni e mezzo per preparare una trasferta delicata.

Sarebbe bastato poco per evitare lo scontro, ad esempio fissare il calcio d’inizio il giorno successivo. Ma i diritti TV e altri incastri forzati hanno avuto la meglio sulla logica sportiva. La reazione non si è fatta attendere: Florentino Perez e la dirigenza del club hanno alzato la voce, promettendo che situazioni simili non si ripeteranno più. I toni si sono ulteriormente accesi quando Ancelotti, già critico da settimane, ha dichiarato nel post partita: “Se capitasse di nuovo non ci presenteremo”. Una frase pesante che, se tradotta in azione, porterebbe a una sconfitta a tavolino per il Real Madrid, come previsto dai regolamenti ufficiali. Il caso rischia di diventare un precedente pericoloso, che potrebbe scatenare un terremoto istituzionale in Liga.
La big non si presenta: shock campionato, ko a tavolino - Futsalnews24.com (Pixabay)






