Hernan Patanè insieme a Ibra Ghouati e alla Coppa Juniores (foto www.orangefutsal.it)
L’ultima meraviglia è stata compiuta con la conquista dello scudetto con la Juniores. Orange Futsal e Hernan Marcelo Patanè sono un binomio che continuerà, perché la città del Palio ha adottato l’ex nazionale argentino: «Il mio futuro? Rimarrò ancora qui. Sono contento anche perché la mia famiglia oramai si sente astigiana». Ecco l’ufficialità, proveniente direttamente dall’interessato. Non ama parlare tanto, perché preferisce farlo nello spogliatoio con i suoi ragazzi. Schietto e diretto, Patanè ha accettato di sposare il progetto dell’Orange basato principalmente sui giovani. Dai fasti dello scudetto alla serie D. Lui è stato messo in cabina di comando sia della prima squadra che delle altre categorie giovanili. Sono passati dieci anni da quando è sbarcato ad Asti. Prima da giocatore, poi da allenatore, ma la “garra” è rimasta sempre la stessa. L’ultimo capolavoro è con la Juniores per un titolo di campioni d’Italia, che va ad arricchire una bacheca oramai satura di trofei: «Quando vinci e non sei favorito, è ancora più bello. La Virtus Romanina arrivava in finale meglio di noi, sia sotto l’aspetto mentale che quello fisico. Venivano da una vittoria per 10-0 sul Kaos e avevano sicuramente speso meno di noi. I ragazzi hanno fatto qualcosa di strepitoso perché eravamo un po’ rimaneggiati e dopo sessanta partite stagionali che li utilizzi, è normale che possano avere qualche calo fisico. Questo è uno scudetto che riscatta in pieno la nostra sconfitta nella passata stagione nella finale regionale contro l’Aosta». Adesso il sipario si abbassa ed è tempo di abbracciare per l’ultima volta alcuni dei suoi ragazzi, come per esempio Ghouati, neo acquisto dell’ambizioso Marigliano: «Sono molto orgoglioso di lui ed è giusto che abbia compiuto questo salto. Lui ed altri giocatori in serie C1 sono sprecati ed è corretto che possano misurarsi in palcoscenici più prestigiosi, perché se vogliono fare questa disciplina come professione, devono fare un determinato percorso». Dopo una stagione logorante è tempo di staccare la spina, ed è tutto pronto per ritornare in Argentina e rivedere i propri affetti familiari. Volo diretto a Buenos Aires, con la Bombonera che dista a pochi metri da casa sua. Il Boca fa parte del suo Dna dove iniziò la sua carriera prima di sbarcare in Italia e ad aspettarlo c’è il suo grande amico Hernan Garcia. Giusto per parlare di futsal anche dall’altra parte dell’oceano.
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