
Tudor fa scoppiare il caso, bufera alla Juve: attacco a Comolli - Futsalnews24.com (screen Youtube)
A Torino inizia una nuova era, ma con le solite incertezze. La Juventus prova a rimettere insieme i pezzi di un ciclo logoro con un riassetto dirigenziale che ha già prodotto i primi scossoni.
Damien Comolli è il nuovo direttore generale, scelto per ridare un’identità chiara alla società dopo anni di disorientamento. Al suo fianco, con un ruolo più operativo e strategico, ci sarà Giorgio Chiellini, nominato Director of Football Strategy. Una mossa che mescola esperienza internazionale e radici juventine, nel tentativo di tracciare una linea più coerente tra campo e scrivania.
Il mercato si muove, ma con prudenza. In attesa di definire il nome del nuovo direttore sportivo – con profili come Tognozzi, Salihamidzic, Massara e Lopez in ballo – i bianconeri stanno cercando di capire anche cosa fare della loro guida tecnica. Il nodo Igor Tudor non è ancora sciolto. L’allenatore croato, chiamato in extremis per salvare una stagione malmessa e comunque riuscito a portare la Juve in Champions League, non ha ancora ricevuto una conferma definitiva. E questo, a pochi giorni dalla ripresa degli allenamenti e in vista del Mondiale per Club, solleva più di una perplessità.
Tudor in bilico, ma cosa aspetta Comolli?
La posizione di Tudor è diventata un vero e proprio caso. Le rassicurazioni ricevute da John Elkann non sono bastate a placare i dubbi che circolano, soprattutto tra tifosi e osservatori. A fare rumore, in particolare, è stato il commento al vetriolo di Fabio Ravezzani, giornalista e volto noto di ‘Telelombardia’. Non capisco perché Comolli voglia valutare Tudor in questi giorni e capire se confermarlo. Cosa si aspetta da un Mondiale per Club che sarà poco più che una esibizione?, ha tuonato il giornalista sui X.

Secondo Ravezzani, l’operato del nuovo management bianconero rischia di partire con il piede sbagliato: “Tudor andrebbe valutato per il finale di campionato con la Juventus. O credi da subito in lui, oppure cambi, altrimenti si parte malissimo”. Il riferimento è al rischio di lasciare il tecnico in bilico troppo a lungo, generando instabilità e incertezza proprio nel momento in cui sarebbe necessario costruire un’identità forte e condivisa. Il tema sollevato è chiaro: servono scelte nette, immediate e motivate. Soprattutto in un club che vuole tornare a dominare, in Italia e in Europa. La sensazione è che questa Juventus sia ancora prigioniera dei suoi dubbi, delle sue mezze decisioni. E che, per quanto il restyling dirigenziale appaia ambizioso, senza una linea chiara anche in panchina rischi di diventare l’ennesima occasione mancata.