
Sinner, ancora al centro dell'attenzione (www.futsalnews24.com - X Giovanni Pelazzo)
Jannik Sinner fa parlare tantissimo di sé, come testimoniato anche dalle ultime dichiarazioni che sono diventate velocemente virali.
Jannik Sinner fa parlare tantissimo di sé, ed è perfettamente normale, visto che erano davvero moltissimi anni che un giocatore italiano non faceva così tanto la differenza nel tennis. Stiamo parlando, dopotutto, del numero uno al mondo. Neanche Carlos Alcaraz, che lo ha battuto nettamente agli Internazionali d’Italia, per il momento è riuscito a sopravanzarlo.
Sinner, che è tornato a giocare dopo ben tre mesi di stop a causa di una squalifica che gli ha impedito di mantenere il suo migliore ritmo partita possibile, adesso punta fortissimo verso il Roland Garros, che è molto più di un torneo per il campione altoatesino, disposto a tutto pur di arrivare in finale e vincere un altro torneo del Grande Slam.
E a proposito di Sinner, qualcuno ha voluto parlarne indirettamente riguardo alla figura che sta così tanto influenzando il tennis italiano in questo momento storico.
“Una cosa barbarica”: c’entra anche Sinner
Paolo Crepet durante il suo monologo all’auditorium Tiziano Zalli di Lodi, come riportato da Il Giorno, ha voluto parlare dell’importanza degli errori e della sconfitta nel percorso di crescita di ognuno di noi. Per far comprendere ancora meglio il suo modo di vedere le cose, ha voluto citare Jannik Sinner: “Perché Sinner è bravo? Perché ha perso. Per vincere si deve perdere”. Secondo Crepet, i giovani devono imparare a vivere giocando, sbagliando e perdendo, e lo ha precisato rivolgendosi principalmente ai genitori, evidenziando l’importanza di lasciare i figli liberi di sbagliare, cadere e farsi male.

In questo modo, sempre secondo Crepet, bambini e ragazzi possono imparare a rialzarsi, a capire i propri limiti e a trovare la forza interiore per superarli tutti quanti. Lo psichiatra e sociologo italiano ha quindi criticato la tendenza di alcuni genitori a creare una sorta di zona di comfort per i proprio bambini e ragazzi, che secondo lui è “una cosa barbarica”.
Proteggere eccessivamente i figli, propendendo per una strada fin troppo spianata, impedisce a questi ultimi di confrontarsi effettivamente con le difficoltà e quindi non potranno sviluppare come si deve autonomia e responsabilità. Insomma, Jannik Sinner è stato usato come esempio per far comprendere che per arrivare a certi livelli bisogna anche avere la possibilità di sbagliare e accettare l’errore stesso come una tappa del nostro percorso invece che vederlo come un dramma insopportabile.