
Maxi squalifica per minacce all'arbitro, ecco cosa emerge (futsalnews24.com)
Maxi squalifica per gravi minacce all’arbitro, tifosi sotto shock proprio nel finale di stagione. Cosa succede ora.
Ci sono episodi che fanno rumore, difficile da digerire specie per i tifosi. E quando accadono a ridosso della fine di un campionato, in un momento in cui ogni punto pesa come un macigno, l’eco si fa ancora più assordante.
Quello che è successo in campionato ha lasciato tutti senza parole. Non solo per la gravità del gesto, ma per il tempismo, per il contesto e per le conseguenze che ora rischiano di andare ben oltre il campo. UNa maxi squalifica come di quelle che non si vedevano da tempo.
Il perché della squalifica
Il tutto nasce da una partita dell’Eccellenza friulana combattutissima, che ha visto il Kras Repen affrontare il Tamai in una gara tesa, accesa e, per certi versi, nervosa sin dal primo minuto. Alla fine l’ha spuntata il Tamai, imponendosi con un 3-2 che ha sancito una sconfitta pesante per la formazione triestina, non tanto per la classifica quanto per quello che è successo dopo. Perché è proprio nel post-partita che si consuma il momento più grave. L’allenatore del Kras Repen, infatti, dopo essere stato espulso a gara praticamente finita, si sarebbe lasciato andare a pesantissime espressioni ingiuriose nei confronti del direttore di gara.
Parole grosse, anzi gravissime, che non sono passate inosservate e che sono finite puntualmente sul tavolo del giudice sportivo. E la risposta, stavolta, non si è fatta attendere. Nessuno sconto, nessuna attenuante. È arrivata una squalifica esemplare, di quelle che fanno scuola e, senza ombra di dubbio, lanciano un segnale forte. L’allenatore è stato fermato fino al 30 settembre 2025. Sì, più di un anno fuori dai campi, lontano dalla panchina, per delle frasi che – secondo quanto riportato – configurano vere e proprie minacce rivolte all’arbitro.

Un provvedimento che ha colpito non solo la società, ma anche l’intero ambiente del calcio dilettantistico regionale. I tifosi del Kras Repen sono rimasti spiazzati, increduli. Nessuno si aspettava un epilogo del genere, soprattutto considerando che la partita era ormai archiviata. Però, evidentemente, qualcosa è scattato, un cortocircuito difficile da spiegare ma impossibile da giustificare. E il risultato, adesso, è una pagina amara che rischia di segnare a lungo la carriera del tecnico coinvolto.
Va detto che il regolamento parla chiaro. Le offese gravi, così come le minacce, rientrano in una casistica che prevede sanzioni dure, senza possibilità di interpretazione. Infatti, il giudice sportivo ha voluto andare fino in fondo, per dare un messaggio anche alle altre panchine, in un periodo della stagione in cui spesso la tensione gioca brutti scherzi. Però c’è modo e modo di gestire la pressione, e superare certi limiti non è mai accettabile, a nessun livello.
Adesso il Kras Repen dovrà affrontare il finale di campionato senza il suo allenatore in panchina, con una situazione complicata da gestire anche a livello interno. Le reazioni della dirigenza sono state misurate, forse per non alimentare ulteriori polemiche, ma è chiaro che una riflessione profonda sarà necessaria.
Anche perché una squalifica di questo tipo pesa, eccome, e lascia dietro di sé uno strascico difficile da cancellare. Il calcio sa essere passione, competizione, orgoglio. Ma quando si scivola oltre il confine del rispetto, tutto il resto perde valore. E questa vicenda, senza troppi giri di parole, ce lo ricorda con forza.