
E' già bocciatura per Gattuso sulla panchina dell'Italia, ecco cosa hanno detto (Foto Instagram - futsalnews24.com)
Crisi nera per la Nazionale: Spalletti esonerato, Gattuso nuovo CT ma è già bocciato e il Mondiale resta un miraggio.
Qualcosa si muove, ma è più uno scricchiolio che un segnale di ripartenza. Il clima attorno alla Nazionale italiana è teso, pesante, quasi plumbeo. I tifosi sono stanchi di illusioni, mentre il sogno di tornare a un Mondiale rischia di svanire per la terza volta di fila.
Una ferita che non smette di sanguinare e che ora si riapre con l’ennesimo scossone: l’esonero di Luciano Spalletti, un cambio di rotta che sa più di resa che di rilancio. Cosa sia successo davvero nelle ultime ore è difficile da ricostruire con precisione, ma tra voci di spogliatoi spaccati, risultati deludenti e un feeling mai sbocciato con la squadra, il dado è tratto.
Via Spalletti arriva Gattuso ma il giudizio è negativo
Spalletti non è più il commissario tecnico. La Federazione ha deciso di voltare pagina, di nuovo, ma senza una reale bussola in mano. Ed è qui che le cose si fanno ancora più nebulose. Perché, dopo qualche no pesante – e non si fatica a immaginare nomi di primissimo livello dietro quei rifiuti – alla fine la scelta è ricaduta su Gennaro Gattuso. Una figura che divide, e non poco. C’è chi lo apprezza per la grinta, la schiettezza, la capacità di tenere lo spogliatoio compatto. Però, c’è anche chi vede in lui una toppa, una scelta di ripiego dopo che i piani A, B e forse anche C sono saltati.

Infatti, la reazione non si è fatta attendere. In queste ore è già arrivata una sonora bocciatura, e non da uno qualunque. Il Presidente del Senato Ignazio La Russa, tifosissimo e da sempre voce pungente sul calcio italiano, è intervenuto con parole che lasciano poco spazio all’interpretazione. “Quando Gravina dice che Gattuso è un simbolo del nostro calcio io dico che non è proprio esatto – ha dichiarato La Russa –, semmai lo è Buffon, che forse è dietro a questa decisione. Allora tanto valeva fare Buffon selezionatore, non c’è bisogno di essere allenatori per selezionare una Nazionale”.
Una frase che pesa come un macigno, perché mette in discussione sia la nomina di Gattuso, sia la trasparenza della gestione Gravina. E in sottofondo si fa largo l’ipotesi che, dietro le quinte, Buffon possa avere già un ruolo più importante di quanto si immagini. C’è chi sogna un suo ingresso diretto, magari proprio come CT. Sarebbe una scelta forte, rischiosa, certo, ma anche profondamente identitaria.
Il problema però è più profondo del nome sulla panchina. Qui si tratta di rifondare un sistema che da anni si affida a scelte di emergenza, senza visione, senza programmazione. La Nazionale è diventata lo specchio di un calcio che arranca, che ha smarrito la propria anima. E con le qualificazioni al Mondiale sempre più in bilico, il tempo per rimediare è praticamente finito. Senza ombra di dubbio, servono decisioni radicali. La domanda è: siamo ancora in grado di prenderle?