Massimiliano Allegri protagonista di un episodio che fa discutere: non l’ha perdonato e lo ha mandato a quel paese
È pronto a ritornare in sella: Massimiliano Allegri scalda i motori e attende la chiamata giusta. Può essere quella del Milan, dove ha già allenato, oppure quella del Napoli (se Conte dovesse andare via) senza dimenticare che in piedi c’è anche l’opzione Roma e potrebbe aprirsi quella Inter. Questo soltanto per restare in Italia, visto che qualche opportunità il tecnico livornese potrebbe averla anche all’estero.
Le prossime settimane saranno decisive per il suo futuro, ma intanto esce fuori dal passato una storia che lo coinvolge. Un diverbio con un calciatore che si è sentito lasciato solo nel momento del bisogno. A raccontare tutto è Gianluca Sordo, ex centrocampista del Torino e del Milan, campione d’Europa con l’Italia Under 21, carriera chiusa all’Aglianese dove un giovane Max Allegri iniziava la sua avventura da allenatore.
Ed è proprio dopo l’esperienza insieme all’Aglianese che accade l’episodio che cambierà per sempre la vita di Sordo, ma che rappresenterà anche la causa della rottura con Allegri. L’ex calciatore racconta al Corriere della Sera la sua odissea che ha avuto inizio nel 2005, un anno dopo la fine della sua carriera di calciatore. Un diverbio con una ragazza e l’intervento di un uomo che gli rifila una testata senza pensarci su due volte: è l’inizio di un incubo.
Sordo è vittima di un ematoma cerebrale che lo porta in fin di vita: operato, riesce a sopravvivere, ma non senza conseguenze. Dopo il coma ed un mese di terapia intensiva, ha inizio la riabilitazione che non può cancellare però tutti i danni fisici subiti: “Zoppico, ho dei deficit motori con la parte sinistra del corpo e – racconta nel corso dell’intervista – la testa mi va a fuoco anche quando leggo solo mezza pagina di giornale sportivo“.
Sordo e il vaffa ad Allegri: “Bruttissimo ricordo”
Sordo racconta poi la reazione del mondo del calcio al suo dramma e ne esce fuori uno scenario di abbandono.
L’ex centrocampista è netto: “Il calcio mi ha dimenticato, nessuno si è degnato di chiedersi se fossi ancora vivo o no, solo gli ex compagni di squadra“. Proprio in merito a questo spunta il retroscena su Allegri: “È stato il mio ultimo allenatore, in campo gli davo una mano e c’era un bel rapporto“. Il tecnico però sarebbe sparito dopo l’aggressione: “In un mese di terapia intensiva non si è mai fatto vedere o sentire. Tutti sapevano quello che mi era successo, mai un lunedì dopo le partite mi è venuto a salutare“.
Così, quando se l’è ritrovato davanti non ci ha pensato un attimo: “Un giorno l’ho rivisto a Forte dei Marmi – il suo racconto – stava per firmare con il Milan. Ha cercato di abbracciarmi, come se nulla fosse successo, ma lo mandai a quel paese“. Una reazione d’istinto per chi si è sentito tradito e abbandonato.