
"Non si gioca": Italia-Israele, sconfitta a tavolino e penalizzazione per Gattuso (Foto Instagram) - Futsalnews24.com
Tensione altissima a Udine: lo scontro si sposta fuori dal campo: tra proteste, tensioni e rischio esclusione, l’Italia cammina sul filo
L’Italia si prepara ad affrontare Israele nel doppio confronto valido per le qualificazioni ai Mondiali 2026, ma il clima attorno alla sfida è tutt’altro che sereno. Dopo la trasferta in Estonia – in programma venerdì 5 settembre – , gli Azzurri affronteranno la Nazionale israeliana in casa lunedì 8 e poi nel match di ritorno previsto per metà ottobre a Udine.
Proprio quest’ultima sfida è già al centro di un acceso dibattito politico e sociale: l’incontro cade nel pieno della guerra a Gaza e le proteste contro la presenza di Israele in campo si annunciano forti. In questo scenario a pagarne le conseguenze potrebbero essere proprio la Federazione italiana e il suo nuovo CT, Rino Gattuso.
Italia-Israele, Gattuso e la Federazione rischiano la penalizzazione. Partita annullata?
A poco più di un mese dalla partita di ritorno tra Italia e Israele, valida per le qualificazioni ai Mondiali 2026 e in programma a Udine il 14 ottobre, il clima si fa sempre più teso. Non solo in campo, ma soprattutto fuori. A riaccendere il dibattito è il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, che – pur precisando di non voler fomentare le polemiche – ha proposto al Messaggero Veneto il rinvio dell’incontro per motivi legati all’ordine pubblico, vista l’attuale situazione geopolitica e il contesto internazionale segnato dalla guerra in corso a Gaza.

Una proposta che non arriva nel vuoto, ma che si poggia su una petizione online firmata da oltre 20mila persone e promossa dal movimento politico Possibile, che chiede esplicitamente lo stop al match. Il sindaco fa riferimento al clima che si era già creato un anno fa, sempre attorno a un’amichevole tra Italia e Israele, in occasione della quale il Comune aveva inizialmente rifiutato il patrocinio, salvo poi concederlo dopo un accordo che includeva azioni umanitarie a favore della popolazione palestinese.
“Giocare adesso sarebbe inopportuno“, ha dichiarato De Toni al Messaggero Veneto, spiegando che, pur non avendo potere decisionale diretto – lo stadio è gestito dall’Udinese, l’organizzazione della partita è in capo alla FIGC e all’Uefa – , il Comune ha responsabilità sull’ordine pubblico, in coordinamento con la Prefettura. E questo, secondo lui, basta per sollevare la questione: “L’anno scorso ci furono proteste, non potranno non essercene anche ora”, ha aggiunto, sottolineando la gravità della situazione a Gaza: “Ho 70 anni, non ricordo nulla di simile per portata e sofferenza”.
Sul fronte sportivo, però, la posizione della FIGC e del CT Gennaro Gattuso è chiara. In conferenza stampa, l’allenatore della Nazionale ha espresso parole di forte sensibilità umana: “Sono uomo di pace e vorrei vi fosse in tutto il mondo. C’è una guerra in atto e questo fa male. Mi fa male vedere civili e bambini morire ma loro sono nel nostro girone e dobbiamo giocare“. Il riferimento è ai possibile provvedimenti che potrebbero essere emessi contro la Federazione italiana.
Infatti, in caso di mancata partecipazione alla gara, le conseguenze per l’Italia sarebbero gravissime: si andrebbe incontro alla sconfitta a tavolino (0-3), penalizzazioni in classifica per quanto riguarda le sanzioni disciplinari, possibile esclusione dal girone, fino a ripercussioni a livello internazionale, inclusa l’eventuale sospensione della FIGC per ingerenze politiche. Senza contare i danni collaterali: controversie sui diritti televisivi, ricadute commerciali e compromissione delle future partecipazioni alle competizioni internazionali.
Il presidente federale Gabriele Gravina si sarebbe già attivato per garantire che l’incontro si svolga regolarmente e in sicurezza. Lo stesso Gattuso ha risposto anche alla proposta del Sindaco di Udine si rinviare il match: “È una considerazione del primo cittadino, la rispetto. Però, facciamo un altro mestiere. Israele è inserita nel nostro gruppo e dobbiamo giocare. Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, si è attivato per trovare la soluzione migliore e disputare la partita a Udine in maniera perfetta”.