
Nuovo crac Juventus, coinvolti Paratici e Marotta - Futsalnews24.com (screen Youtube)
A Torino soffia il vento del cambiamento. L’estate bianconera 2025 è iniziata sotto il segno della rivoluzione, e le prime mosse della Juventus confermano che si sta ridisegnando la fisionomia di un club che vuole tornare ai vertici, ma che lo fa con scelte drastiche, non senza conseguenze.
La conferma in panchina di Igor Tudor – dopo il finale di stagione in cui ha messo ordine e riportato compattezza – è stata il primo tassello. Una conferma, questa, che apre anche a un’idea di gioco chiara e identitaria, anche se non ancora del tutto sposata dalla tifoseria. A sorprendere però è stato l’addio di Cristiano Giuntoli, che ha lasciato il ruolo di responsabile dell’area tecnica dopo appena due anni. Al suo posto, anche se con un ruolo ben diverso, è arrivato Damien Comolli, uomo dal profilo internazionale, con esperienze in club come Liverpool e Tolosa, e una visione del calcio manageriale di stampo anglosassone.
Con lui cambierà l’approccio al mercato, alla gestione dei dati e all’organizzazione interna. E non è escluso che, assieme a Giuntoli, anche altri volti noti della rosa bianconera lascino la Continassa nelle prossime settimane. La Juventus, però, non ha tempo da perdere. All’orizzonte c’è un appuntamento fondamentale: il Mondiale per Club, competizione FIFA che mette in palio prestigio e soldi. L’obiettivo è arrivare pronti, con una rosa all’altezza e una struttura interna solida. Tuttavia, il rinnovamento che sta interessando le prime linee non risparmia nemmeno il vivaio, uno dei fiori all’occhiello bianconeri negli ultimi anni. E proprio qui emergono le prime perplessità.
Comolli smonta la Juve, allarme per il vivaio
La Juve Next Gen, progetto nato per creare un ponte tra il settore giovanile e la prima squadra, è uno dei pochi asset che negli ultimi anni ha portato risultati concreti. Tanti i giocatori cresciuti nel vivaio che sono riusciti a trovare spazio nel calcio che conta: da Nicolò Fagioli a Fabio Miretti, passando per i vari Matías Soulé, Samuel Iling-Junior e Enzo Barrenechea. Un percorso virtuoso che sembrava destinato a consolidarsi ulteriormente. Eppure, con l’arrivo di Damien Comolli, anche questa area potrebbe essere oggetto di una ristrutturazione radicale. Il dirigente francese vorrebbe portare con sé Viktor Bezhani, attuale direttore tecnico del Tolosa, per affidargli il coordinamento del vivaio bianconero. Un profilo giovane e di competenza, ma che sta generando più di una perplessità, soprattutto tra chi conosce le dinamiche interne della Juventus.

A farsi portavoce di questo scetticismo è stato il giornalista Graziano Campi, che su X ha commentato duramente l’ipotesi di una rivoluzione nel settore scouting. Il settore scouting alla Juventus è la cosa migliore lasciata in eredità da Giuseppe Marotta e Fabio Paratici e vogliono rifarlo – ha scritto Campi, ricordando anche i precedenti – era già successo con Blanc, all’epoca Luciano Moggi e Antonio Giraudo avevano lasciato un’eccellenza e in tre anni si distrusse il lavoro fatto da loro con il settore giovanile. Un allarme chiaro: cambiare troppo, troppo in fretta, rischia di compromettere l’unico ambito in cui la Juventus ha costruito con visione e pazienza.