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Omar Karouani: la nuova vita in Germania e la nostalgia per il futsal

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Intervista a Omar Karouani, il suo passato nel calcio a cinque piemontese e il suo presente da emigrante del calcio in Germania

Patisce (e parecchio!) il freddo, aspetta – chissà – una telefonata dall’Italia e nel frattempo regala sul campo da calcio cioccolatini da scartare (in parole povere, assist) ai compagni. Il nome è noto, la storia forse un po’ meno. Parliamo di Omar Karouani, talento che ha illuminato i parquet d’Italia con Sermig, Castellamonte e Real Cefalù. Ma che fine ha fatto ora il classe ’94? Vive in Germania, a Friburgo: il futsal è momentaneamente il passato. Il presente si chiama calcio a 11, da trequartista. La “mission” l’ultimo passaggio: venti gli assist nel 2017/2018, giusto per dare un’idea.

Omar, quindi bye bye futsal?
Il problema purtroppo è che qui il movimento non esiste. Mi avevano chiamato per una sorta di Bundesliga del Futsal, ma…

Ma?
Mi avevano detto sarebbe iniziata nel 2020. Che potevo fare (ride, ndr).

Addio Italia, ora hai una vita in Germania. Perché?
Dopo la salvezza con il Castellamonte sono stato al Real Cefalù. Esperienza non positiva. Ma non potevo andare via perché il mercato era chiuso. Allora ho detto proviamo…

Proviamo a fare cosa?
Ad andare in Germania, ovvio.

Beh, dai. Mica tanto ovvio… E poi?
Ho fatto un torneo con un ragazzo che ho conosciuto lì. Dopo mi hanno detto: ‘Guarda, perché non vieni a giocare? Però a 11, non a 5…’

L’impatto è stato duro?
Macché. Ho fatto 5 anni di Serie B nel Calcio a 5, che è molto più veloce. Qui va alla grande. Prima di avere l’uomo addosso è passata mezzora (altra risata, ndr).

Ma esattamente dove giochi?
Aiuto. E’ difficile da pronunciare la squadra. Dai, ti faccio lo spelling. Si chiama. SvO Rieselfeld.

Che categoria?
L’anno scorso era in una sorta di alta promozione/bassa eccellenza. Quest’anno invece sono in una sorta di bassa Serie D, alta Eccellenza.

Soddisfatto del tuo rendimento?
Ho fatto venti assist il primo anno, non male. No?

Ma non ti manca l’Italia?
Bellissimo l’ambiente, però oggi è difficile trovare un progetto serio.

Quindi se ti chiamano tu dici di no?
Se l’idea mi convince torno. Anche perché qui fa un freddo cane. Devo dormire già con tre coperte.

Cosa farebbe tornare Karouani da noi?
Sicuramente vorrei rivedere tutte le persone che mi hanno fatto crescere. Parlo degli Antonio Canavese, colui che non mi vergogno a dirlo mi ha fatto conoscere il futsal quando ero al Sermig, oppure dei Granata, uno che può far la differenza ancora per 10 anni.

Ma continui a seguire il futsal italiano oppure te ne sei dimenticato?
Macché dimenticato, sono anche andato a vedere una partita del Sermig. Lì sono cresciuto sportivamente e umanamente. Partendo perfino dal CSI. In Italia sono diventato uomo. Al Castellamonte ho fatto 4 anni di B. Mi sono preso la chiamata della Rappresentativa Juniores e della Nazionale di categoria. Il passato non si dimentica.

Quindi dici che è stato un arrivederci?
Questo non dipende da me…

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