
Spalletti non è più il tecnico della Nazionale, per lui futuro alla Juventus? (Foto IG @lucianospalletti - futsalnews24.com)
Luciano Spalletti non è più l’allenatore della Nazionale: la sconfitta con la Norvegia pesa come un macigno, si aprono scenari sorprendenti.
A volte basta una partita, un risultato stonato nel momento sbagliato, per far crollare castelli costruiti con mesi di lavoro. È successo a Luciano Spalletti, e la sensazione è che non sia stato solo il punteggio a pesare, ma il modo in cui la Nazionale è crollata contro una Norvegia tutt’altro che irresistibile.
Un ko che ha fatto rumore, certo, ma che soprattutto ha fatto emergere tutte le crepe di un progetto che forse, sotto sotto, non era mai decollato davvero. E adesso, nel silenzio che segue la tempesta, si fanno strada ipotesi che fino a qualche giorno fa sembravano quasi fantacalcio.
Spalletti alla Juventus uno scenario che suggestiona
Luciano Spalletti non è più il commissario tecnico. La notizia, trapelata con una certa discrezione, ha già acceso un vortice di supposizioni e scenari da film. Nessuna dichiarazione ufficiale, almeno per ora, ma segnali che parlano chiaro: qualcosa si è rotto. E non è detto che sia solo un addio tecnico. Perché Spalletti era stato accolto come l’uomo della svolta. Ma alla fine, forse, è rimasto prigioniero di quel personaggio brillante e riflessivo che tanto piaceva alla stampa, ma che in campo non è riuscito a lasciare il segno.
In tutto questo si apre un ventaglio di possibilità che intrecciano club e Nazionale, passato e presente, emozioni e calcoli. A Torino, sponda Juventus, la panchina è ancora un enigma. Dopo settimane di riflessioni, valutazioni e incontri sotto traccia, i bianconeri non hanno ancora scelto il nome su cui ripartire. E allora, viene naturale chiedersi: può davvero essere Spalletti un’opzione? Difficile dirlo con certezza, ma non impossibile.

L’esperienza, il carisma, la conoscenza del calcio italiano ci sono. E un ritorno in panchina a livello di club potrebbe anche restituirgli quel contatto diretto con il campo che forse in Nazionale non ha mai davvero sentito suo.
Ma se Spalletti dovesse davvero lasciare quel posto vacante, chi potrebbe raccoglierne l’eredità? Ecco che in lontananza si rivede una figura che sembrava ormai distante: Roberto Mancini. Sì, proprio lui, l’uomo dell’Europeo 2021, che aveva salutato tra mille polemiche per andare ad allenare l’Arabia Saudita. In un’intervista recente, Mancini ha fatto capire di non aver mai davvero chiuso la porta. Anzi, ha parlato di “scelte sbagliate” e di “una voglia di riscatto”. Frasi che, se lette tra le righe, potrebbero suonare come una candidatura mascherata.
Ora, dire che tornerà sarebbe eccessivo. Però è chiaro che il suo nome è lì, sul tavolo, tra i pochi che possano reggere la pressione di una panchina come quella azzurra. E in fondo, se lo scenario dovesse prendere davvero quella piega, sarebbe un ritorno dal forte valore simbolico. Un cerchio che si chiude, o forse che si riapre, in un continuo rincorrersi di destini.
Certo è che nulla è definitivo. Il calcio, soprattutto a questi livelli, vive di scosse improvvise, di decisioni che cambiano in una notte. E allora conviene restare vigili, perché quello che oggi appare improbabile, domani potrebbe diventare la nuova realtà. E il futuro di Spalletti, della Nazionale e forse anche della Juventus è più intrecciato di quanto si voglia ammettere.