
La notizia è clamorosa: troppi debiti lo storico club finisce in serie B (futsalnews24.com)
Arriva la retrocessione clamorosa per motivi finanziari: la squadra non ha superato il controllo della lega e sprofonda in serie B.
Sembrava impossibile, quasi una voce di corridoio buona per riempire i titoli di qualche quotidiano nei giorni di calma. E invece, quel sospetto che circolava con insistenza da settimane è diventato realtà. Nelle scorse ore è arrivata la comunicazione ufficiale, fredda, diretta, ma devastante per un’intera tifoseria.
Una squadra storica, con una tradizione importante e ambizioni dichiarate, è stata retrocessa non per risultati sul campo, ma per quello che è accaduto – o forse non è accaduto – nei conti. E la delusione, inutile negarlo, è pesante. Non solo per i tifosi, ma anche per il calcio in generale, che si ritrova a fare i conti con una delle sue contraddizioni più profonde.
La retrocessione in serie B per debiti, il verdetto clamoroso
Il rischio c’era. Se ne parlava da tempo, ma ogni volta veniva allontanato come fosse una possibilità remota, quasi irrealistica. La società, dal canto suo, ha provato fino all’ultimo a convincere la commissione di vigilanza. Ha presentato documenti, garanzie, piani finanziari, tutto ciò che serviva per dimostrare di avere i requisiti minimi per restare nella massima serie. Però, a quanto pare, non è bastato. E adesso quella che doveva essere una stagione di rilancio si trasforma in un incubo lungo un anno, forse anche di più.

Il caso ha scosso la Francia intera, perché a finire sotto la lente d’ingrandimento della DNCG, l’organismo che controlla i bilanci dei club professionistici francesi, è stato niente meno che l’Olympique Lione. Sì, proprio il Lione, una delle squadre più titolate del calcio francese, con sette campionati consecutivi vinti tra il 2002 e il 2008 e una storia europea di tutto rispetto. Ma i troppi debiti accumulati sotto la gestione recente hanno fatto traboccare il vaso.
La retrocessione in Ligue 2, decisa per motivi esclusivamente amministrativi, è un colpo durissimo. John Textor, il proprietario americano del club, ha già annunciato battaglia e presenterà ricorso, convinto di poter ribaltare la decisione. Ma intanto la mazzata è arrivata, e non è da poco. Una squadra che fino a qualche anno fa lottava in Champions League ora rischia seriamente di dover ripartire dalla seconda serie, con tutto ciò che comporta in termini di investimenti, ricavi e futuro sportivo.
Senza ombra di dubbio, si tratta di un campanello d’allarme anche per altri club europei, che spesso vivono sopra le loro possibilità contando su continui aumenti di capitale o vendite last minute per sistemare i bilanci. La lezione del Lione è chiara: non basta la storia, il nome o il prestigio. Quando i conti non tornano, il campo non può fare miracoli. E la giustizia sportiva, almeno in Francia, ha dimostrato di avere la mano ferma.