Bergamini: «Il problema del futsal è il sistema non Bellarte» - Futsal News 24
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Divisione C5

Bergamini: «Il problema del futsal è il sistema non Bellarte»

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In una lunga intervista a Tuttosport il presidente della Divisione Calcio a 5 Luca Bergamini ha analizzato le riforme da attuare

Il presidente della Divisione Calcio a 5 Luca Bergamini in una lunga intervista a Tuttosport si è soffermato sulle riforme da attuare al calcio a 5 dopo Euro Futsal 2022: «Il problema non è chi gestisce la Nazionale, ma fare le riforme necessarie per far diventare questo uno sport giovane, invogliando i ragazzi a giocare a futsal. Non è lui il problema, così come non lo sono chi ha convocato. Dobbiamo modificare il sistema. Trovare il colpevole sarebbe una scorciatoia. Come Divisione abbiamo delle responsabilità che sono quelle di fare delle riforme che possano essere anche impopolari all’inizio, che vadano a contrastare l’album delle figurine che spesso viene fatto nelle categorie maggiori e non solo. Va premiato chi fa formazione. Servirà una trasformazione epocale che con il doppio tesseramento sarà fattibile perché si potranno prendere giocatori che escono dal calcio, con una formazione adeguata. Ci sono tante cose da fare, ma questi giorni post eliminazione sono quelli in cui ci diciamo: o cambiamo o ci andiamo a schiantare. Noi dobbiamo assumerci le nostre responsabilità e lo schema dei formati e non formati, per come è inteso oggi, non funziona più».

Ecco quello che si è fatto e quello che si dovrà fare: «Abbiamo fatto un incontro con Club Italia e abbiamo fatto uno schema di ripartenza dove serviranno giocatori forti, italiani e italo, che possano far crescere giovani di valore, italiani, di tutte le categorie. Dobbiamo guardare il futuro sapendo di non dover commettere gli errori del passato. Vincere per forza è una coperta corta. Noi dobbiamo creare un sistema che ci porti a vincere e che non crei presidenti insoddisfatti o il 40% di società che chiudono. La nazionale deve essere aperta a tutte le categorie e bisogna seguire il solco di quanto hanno fatto, per esempio, Finlandia e Slovenia. Ci vuole tempo, la disponibilità ad accettare la sconfitta per valorizzare chi arriverà a giocare a certi livelli».

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