
Yildiz brilla al mondiale per club (Foto IG @juventus - futsalnews24.com)
Il primo storico Mondiale per club sta regalando emozioni, ma anche polemiche e preoccupazioni: Juve-Manchester City ora rischia di saltare.
Quando si è iniziato a parlare del nuovo Mondiale, il primo vero torneo globale per squadre di club, l’atmosfera era quella delle grandi occasioni. Le aspettative erano alte, altissime. Le migliori formazioni del mondo riunite in un’unica competizione, un formato inedito, ospitato per la prima volta negli Stati Uniti, terra di promesse, business e spettacolo.
I tifosi sognavano già le grandi sfide, e da settimane sui social non si parlava d’altro: chi è la favorita? Come se la caveranno le italiane? Quanto saranno pieni gli stadi? Tutte domande lecite, e anche inevitabili, considerando la portata dell’evento.
Perché la partita della Juve è a rischio
Per l’Italia sono presenti due delle squadre più iconiche del nostro calcio: Juventus e Inter, entrambe chiamate a difendere l’onore nazionale in un contesto che, almeno sulla carta, dovrebbe valorizzare al massimo la qualità e la tradizione delle grandi d’Europa. E invece, ora che il torneo è iniziato, qualcosa non torna. L’entusiasmo c’è, certo, ma si respira anche un certo disagio. Le partite, in diversi casi, sono state caratterizzate da ritmi lenti, spalti semivuoti, e ora, come se non bastasse, ci si è messo anche il maltempo.
Senza ombra di dubbio, quello che sta accadendo negli ultimi giorni sta creando un precedente scomodo per la FIFA. Perché negli stadi americani non si sta giocando solo contro gli avversari, ma anche contro le condizioni climatiche estreme. Pioggia, fulmini, tempeste improvvise. L’ormai famigerato fenomeno del Weather Delay – già noto ai fan della Major League Soccer – è diventato un ostacolo concreto per il torneo.

L’ultimo esempio? Il match tra Benfica e Auckland City, sospeso per ore all’Exploria Stadium di Orlando a causa di una tempesta violentissima. Il pubblico è stato invitato a lasciare gli spalti e cercare riparo, e l’allenatore del Benfica, Bruno Lage, ha commentato a fine partita: “Questa è la partita più lunga della mia carriera. Un ringraziamento speciale ai tifosi che sono rimasti qui per cinque ore”.
Ed è proprio Orlando a essere ora sotto osservazione, perché lì è in programma, il 26 giugno, una delle sfide più attese dell’intera fase a gironi: Juventus-Manchester City. Una partita da sogno, che però rischia seriamente di essere annullata o rinviata. Le previsioni non sono affatto rassicuranti. Temperature torride, oltre i 32 gradi, e instabilità atmosferica che continua a mettere a rischio la tenuta degli impianti. Lo stesso stadio, l’Exploria Stadium, è già stato teatro di interruzioni e malfunzionamenti a causa del meteo.
La FIFA osserva in silenzio, ma la tensione è palpabile. Questo Mondiale per club doveva essere una celebrazione del calcio globale, un evento capace di unire pubblico, tradizione e innovazione. Però ora, tra disagi logistici e incognite meteorologiche, l’organizzazione si trova di fronte a una realtà più complicata del previsto. E i tifosi, quelli arrivati dagli altri continenti per vivere la magia, iniziano a chiedersi se questo esperimento valga davvero il rischio.
La speranza, ovviamente, è che tutto si risolva e che Juve-City si giochi regolarmente. Perché partite così non si cancellano a cuor leggero. Ma il messaggio è chiaro: non basta mettere insieme le migliori squadre del mondo per fare un grande torneo. Serve anche rispettare il gioco, i suoi tempi, i tifosi e la ritualità che ha fatto immenso il gioco del calcio.