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Editoriale

Le Regine del Futsal, S1 E4: la parola a Giada Palumbo

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Quarto appuntamento con la rubrica dedicata al femminile, conosciamo le protagoniste della disciplina

Stagione 1 Episodio 4

  • GIADA PALUMBO
  • Salernitana Femminile
  • Laterale

AFFRONTARE IL CAMBIAMENTO –“Ho iniziato a giocare a calcio nella squadra femminile del mio paese, Montella. Successivamente avevo il desiderio di capire cosa ci fosse al di là delle mura in cui vivevo e avevo voglia di mettermi in gioco per capire davvero quale fossero le mie qualità. Ho sostenuto tre stage con la Salernitana Femminile al termine dei quali ho avuto la possibilità di rimanere avendo la totale fiducia da parte di tutta la società. Sono arrivata a Salerno quando avevo quattordici anni, oggi ne ho quasi diciotto. Credo che ambientarsi in un gruppo nuovo all’inizio possa spaventare un po’. Incide anche il fattore caratteriale. Io ho sempre avuto un carattere molto tranquillo e a volte anche timido, sono sempre stata la ragazza più giovane del gruppo. Quando sono arrivata alla Salernitana, però, ho avuto la fortuna di far parte di un gruppo totalmente nuovo e molto affiatato. Ho conosciuto ragazze più grandi di me che mi hanno sempre aiutata e spronata a dare il massimo per migliorare, ragazze che tutt’oggi considero miei esempi. Come ho già detto, il cambiamento all’inizio può spaventare un po’, ma può portare con sé qualcosa di davvero emozionante”.

I MOMENTI PIÙ EMOZIONANTI – “Difficile decidere il momento sul “parquet” che mi ha fatto emozionare di più. Ho vissuto momenti davvero indimenticabili, come il mio esordio nel campionato nazionale di serie A2 tre anni fa oppure la mia prima doppietta casalinga nella partita contro il Lamezia. Uno dei momenti che ricorderò per sempre sarà il gol segnato contro la corazzata del Bitonto nel nostro palazzetto a Pontecagnano. Segnare a un portiere come Gabi Tardelli era per me un sogno che riecheggiava nella mia testa prima della partita e quando ho visto il pallone in rete non riuscivo a crederci. Un altro momento davvero emozionante per me è stato entrare durante la partita contro il centro-nord nella Futsal Future Cup. Poter giocare nello Sky Arena di Salsomaggiore è qualcosa di magnifico, incredibile. Ogni calcettista dovrebbe provare le emozioni che quel palazzetto riesce a trasmettere”.

UN’ASCESA IMPORTANTE – “Nel vedere il movimento del calcio femminile così in ascesa io provo un sentimento di vittoria perché ogni ragazza che ha avuto il coraggio di mettersi in gioco e andare contro i pregiudizi della società ha contributo affinché le cose potesse cambiare. Quando vedo una ragazzina giocare non posso che provare solo gioia e soddisfazione. Credo che ci sia ancora molta strada da fare affinché si arrivi davvero alla convinzione totale che anche noi ragazze possiamo tranquillamente giocare come i ragazzi ma adesso in Italia ci sono moltissime società sia di calcio a 5 che di calcio ad 11 e dal 1 luglio le calciatrici sono diventate finalmente professioniste. Quindi qualcosa sta davvero cambiando e sono certa che il movimento continuerà ad evolversi. Da piccola ho sembra sognato di poter giocare in diretta su Sky o su qualche piattaforma televisiva. È un qualcosa che ho sempre desiderato. La Futsal Future Cup ha realizzato il sogno di molte ragazze come me e tutto ciò non ha prezzo. Spero davvero che in futuro potrò avere l’onore di ricevere un’altra opportunità di questo genere”.

MAI ARRENDERSI, MAI MOLLARE – “Il mio percorso non è stato sempre facile. All’inizio avevo un po’ timore di quello che la gente potesse pensare. Avevo paura di quello che i miei amici potessero dire. Col passare del tempo ho capito semplicemente che giocare era l’unica cosa che volevo realmente. Ho sempre avuto la voglia di allenarmi e quando nel mio paese si è formata una squadra femminile dove poter giocare non aspettavo altro che divertirmi e scoprire un mondo per me tutto nuovo. Successivamente in me è scattato qualcosa. Quando giocavo mi divertivo e ho fatto di quel divertimento la mia passione. A Salerno ho capito che la passione è il cuore pulsante che riesce a far muovere ogni cosa, ma da sola non basta. C’è bisogno di determinazione, di grinta, di voglia e di coraggio. Questo sport ti toglie tanto, ma ti regala altrettanto. In questi anni non sempre è stato facile, ho dovuto rinunciare ad un sacco di cose, fare moltissimi sacrifici, non solo io ma in particolare i miei genitori. Se oggi posso giocare è grazie a loro che sono sempre stati al mio fianco e mi hanno sostenuta in ogni momento. Se mi fermo un attimo e guardo indietro il mio percorso, sono fermamente convinta che rifarei tutto quello che ho fatto, l’importante però è guardare sempre in avanti e porsi nuovi obiettivi e stimoli per non accontentarsi mai. Quindi, ad una ragazzina che vuole avvicinarsi a questo mondo ma che ha paura dei pregiudizi io le direi semplicemente di non mollare mai. Può sembrare strano, ma è davvero nei momenti meno felici che riusciamo a far uscire in noi tutta la forza che nascondiamo. Ad una ragazzina direi di non smettere mai di credere nei propri sogni perché è quello ciò che, alla fine, farà la differenza”.

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