
Jannik Sinner è ancora il numero uno al mondo, eppure arriva una gufata nei suoi confronti (Foto IG @janniksin - futsalnews24.com)
Jannik Sinner si dimostra campione al rientro e resta numero uno, ma quelle parole suonano come un anatema.
Il ritorno di Jannik Sinner in campo era uno degli appuntamenti più attesi del tennis mondiale, e finora il numero uno del ranking ATP non ha tradito le aspettative. Dopo la squalifica per doping – un episodio su cui ancora oggi si discute, ma che lui ha affrontato con una lucidità disarmante – Sinner è tornato a giocare con la stessa intensità.
Ha dimostrato la stessa fame e la stessa precisione che lo hanno portato a dominare nel tennis. Ogni incontro, al di là del risultato, è stata regolata con autorevolezza, come se quei mesi lontano dai campi non avessero intaccato minimamente la sua forma mentale e fisica.
Il messaggio nei confronti di Sinner
Il messaggio che sta dando, insomma, è chiaro: Jannik c’è, e non ha alcuna intenzione di cedere lo scettro. Sta giocando con freddezza, ma anche con una determinazione che sembra essere cresciuta. Come se questa pausa forzata lo avesse rafforzato ancora di più. Eppure, mentre il pubblico si gode questo rientro con entusiasmo e speranza, non manca chi – anche all’interno del mondo del tennis italiano – continua a storcere il naso. Parole che lasciano il segno sono arrivate, infatti, da una delle voci più autorevoli (e allo stesso tempo controverse) del panorama tennistico nazionale: Nicola Pietrangeli.

Pietrangeli, ex leggenda del tennis italiano, al Messaggero ha detto senza mezzi termini: “La mia paura è che se dovesse perdere tre partite di seguito finirebbe l’idolatria”. Un commento che ha fatto discutere parecchio, perché arriva in un momento delicato, proprio mentre Sinner sta cercando di ricostruire la propria immagine con i fatti, dentro il campo. A molti tifosi queste parole sono sembrate quasi una “gufata”, un modo per smorzare l’entusiasmo e rimettere in discussione un giocatore che, dati alla mano, ha già dimostrato di meritare il posto che occupa.
In realtà non è la prima volta che Pietrangeli punzecchia Sinner. I due non si sono mai davvero presi, almeno a livello pubblico. Però questa nuova uscita ha un sapore diverso, più amaro. Perché arriva proprio quando Jannik sta dimostrando di essere più forte delle polemiche, dei sospetti e delle pressioni. E soprattutto perché arriva da una figura che, volente o nolente, rappresenta un pezzo di storia del tennis italiano.
Senza ombra di dubbio, l’idolatria è un fenomeno fragile, che si alimenta di vittorie ma può svanire con altrettanta velocità. Però, in questo momento, Sinner sta facendo tutto quello che serve per blindarla. È tornato a vincere, a convincere e a ispirare. Il campo, come sempre, resta l’unico vero giudice. E finché lì continua a essere impeccabile, il resto – compresi certi commenti – rischia di scivolare via come pioggia su un impermeabile.