
La Juventus pianifica la nuova stagione e si lavora per il tecnico giusto (Foto Instagram - futsalnews24.com)
La stagione della Juventus doveva essere quella della rinascita, e invece si è trasformata in un calvario pieno di dubbi e scelte sbagliate.
Era partita con altri presupposti, inutile negarlo. L’estate scorsa, dopo mesi complicati e un finale di stagione precedente che aveva lasciato poco spazio alla speranza, l’aria sembrava essere cambiata. La Juventus parlava di nuovo ciclo, di un progetto giovane e sostenibile, e soprattutto di un’identità chiara da ricostruire.
C’era voglia di mettersi alle spalle gli anni grigi, quelli delle inchieste, dei punti persi in aula e di una squadra senza anima. I tifosi volevano voltare pagina. La dirigenza anche. Ma il campo, come spesso succede, ha raccontato un’altra storia.
Nuovo tecnico per la Juventus, da chi si riparte
Quello che sulla carta doveva essere un nuovo inizio si è trasformato in una stagione di transizione a dir poco tribolata. Si è parlato tanto, forse troppo, e si è costruito poco. La Juventus ha faticato a trovare un’identità, ha arrancato nei momenti chiave e si è persa in un limbo tecnico e mentale che ha compromesso gran parte del cammino. E alla fine, quando le cose non vanno, il primo a pagare è sempre l’allenatore. Così, dopo settimane di tensioni e risultati altalenanti, è arrivato l’esonero. Un segnale forte, ma non del tutto sorprendente.
Da lì in poi, si è cercato di salvare il salvabile. Igor Tudor è stato chiamato a fare il possibile con quello che restava, a gestire una squadra ferita e poco convinta. Il suo compito, al netto di tutto, era chiaro: portare a casa il quarto posto, blindare l’accesso alla prossima Champions League e ridare un minimo di solidità. Non proprio un’impresa semplice, ma nemmeno impossibile. La Juve è ancora lì, in corsa, con due giornate che valgono una stagione. Però nessuno, nemmeno in società, si aspetta che Tudor resti alla guida. È stato un traghettatore, nulla più.

Il vero nodo, ora, è il futuro. Perché il quarto posto può salvare i bilanci e salvare la faccia, ma non basta a rilanciare una squadra che da troppo tempo ha smarrito la propria identità. Serve un allenatore vero, uno di quelli che sanno prendere in mano un gruppo e trascinarlo fuori dalle sabbie mobili. In queste ore, tra suggestioni e valutazioni concrete, il nome che fa battere il cuore dei tifosi è sempre lo stesso: Antonio Conte. Un ritorno che avrebbe il sapore della rivincita, ma anche della certezza. Però non è l’unica pista.
C’è anche un’idea più pragmatica, più coerente con il tipo di calcio che la Juve sembra voler riscoprire. Gian Piero Gasperini. L’uomo che ha trasformato l’Atalanta in una macchina da guerra, che ha portato la Dea in Champions con tre giornate d’anticipo e che continua a stupire per qualità e continuità. Uno che conosce il campionato, che sa lavorare con giovani e che ha una visione tattica precisa.
Forse è lui il profilo giusto per ripartire, quello che unisce concretezza e ambizione. Certo, prima c’è da chiudere la stagione. Ma il vero lavoro, quello che conta davvero, in casa Juventus è già iniziato. E stavolta sbagliare ancora non è un’opzione.