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Oratorio Sant’Anna, il calcio a 5 per accogliere e includere

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Alla scoperta dell’Oratorio Sant’Anna, una delle nuove realtà affacciatesi ai campionati di federazione di calcio a cinque

Centosei iscritti alla Scuola Calcio, un Memorial organizzato ogni anno, varie attività di inclusione e un lavoro certosino che stende la sua tela ogni giorno, senza soluzione di continuità. In questo contesto il calcio a 5 diventa il motore di un disegno più grande: un impegno sociale quotidiano, quello portato avanti dall’Oratorio Sant’Anna nel cuore della città di Torino. Fatto di sacrifici, condizioni non semplici, ma anche di tanta passione e amore. Il mattoncino aggiunto in estate è di quelli significativi: il presidente Stefano Di Lullo ha per la prima volta iscritto le sue squadre ai campionati FIGC. La chiusura di un cerchio, aperto quasi dieci anni fa. «Ma non siamo una realtà nuova. Lavoriamo sul territorio dal 2009, quando abbiamo creato nella nostra Parrocchia la Scuola Calcio. Lo abbiamo fatto per accompagnare ragazzi che magari arrivano da contesti non semplici. Per superare l’emergenza educativa. Per accogliere e includere». Valori chiari, quelli raccontati dalle parole accorate di Stefano Di Lullo, che parte dalle origini. Quando della costruzione messa in piedi oggi non esisteva che un’idea: «Il primo a crederci è stato Don Giancarlo Vacha. Abbiamo lottato insieme quando in inverno non arrivavamo nemmeno a quindici bambini. A lui, che è mancato prematuramente, dedichiamo ormai ogni anno un Memorial. Dieci società, moltissime squadre e un weekend dedicato al calcio a 5 e alla memoria, nella seconda settimana di giugno». Ma perché il calcio a 5 e lo sport come veicolo? «Semplice, perché il parroco voleva creare una realtà del genere. Dove lo sport diventasse un posto di presidio sul territorio. Per seguire questi ragazzi, aiutarli a crescere con impegno e sacrificio. Per portarli a migliorare, soprattutto dal punto di vista personale. Per proteggerli e formare un’alleanza educativa». I risultati parlano chiaro e raccontano di un sold out senza precedenti in casa Oratorio Sant’Anna: «All’inizio faticavamo a trovare persone. Adesso invece c’è una forte richiesta dei genitori, e siamo addirittura al completo. Cooperiamo con la Circoscrizione 4 e siamo al massimo dell’espansione. Tra dirigenti, volontari e genitori superiamo le duecento unità. Chi lo avrebbe mai detto quando siamo partiti». E anche i risultati in campo non mancano: «Un concetto di fondo: la partita dev’essere l’obiettivo. Noi non abbiamo provini, ma i ragazzi poi devono allenarsi seriamente per scendere in campo nel fine settimana. In UISP, gli Allievi lo scorso anno hanno vinto sia il titolo provinciale che regionale. Una grande soddisfazione, condivisa anche da Davide Pavanello, il nuovo parroco che con entusiasmo continua a portare avanti questo nostro progetto». Una gioia unita a un messaggio chiaro: il calcio a 5 come traino per non dimenticare. Per portare avanti progetti con i giovani protagonisti. Per evitare che si perdano, e tutelarli. Si, perché il futsal è un gioco. Ma i fini, talvolta, superano la causa più nobile…

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